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Apprendimento-forme-pensiero-e-credenze (1)
Apprendimento-forme-pensiero-e-credenze (2)
L’apprendimento condizionato rispondente o condizionamento pavloviano è un apprendimento per associazione. E’ detto apprendimento rispondente perché ad essere acquisita non è un’azione volontaria ma una risposta riflessa. Autore della scoperta fu il fisiologo russo Ivan Pavlov che fece numerosi esperimenti con i cani.
Tutti noi sappiamo che il cane alla vista del cibo inizia a produrre più saliva ma, Pavlov, si accorse che la sola presenza di stimoli, associati temporalmente al cibo, erano in grado di innescare nel cane un incremento della salivazione.
Stimoli, come ad esempio il suono di un campanello, normalmente non scatenano nel cane l’ipersecrezione. Il fatto che dopo un certo numero di associazioni (suono campanello-cibo) il cane al solo suono del campanello (nb: senza presenza di cibo) abbia “l’acquolina in bocca” comprova che il comportamento dell’animale è cambiato. Comprova la formazione di una risposta condizionata, cioè una modifica del comportamento, ovvero: un apprendimento (condizionato rispondente). Questo specifico esperimento fu proprio quello utilizzato da Pavlov.
In questo filmato, è chiaramente riprodotto l’esperimento di Pavlov:
Ecco uno schema, in estrema sintesi, del processo:
CONFRONTO TRA PAVLOV E LETIZIA
Vorrei porvi altri esempi che tutti noi abbiamo provato, associabili al nostro quotidiano, e che possono definirsi risposte condizionate cioè derivanti da questo tipo di apprendimento.
Un esempio di condizionamento classico o rispondente è la sensazione che c’innesca un sorriso. Normalmente, la risposta che genera un sorriso è positiva. Il sorriso ci dona una sensazione di affetto, di accoglienza, una sensazione piacevole, una sensazione di apertura all’altro. Questo è un condizionamento rispondente derivante da esperienze, dal vissuto che ha permesso di associare al sorriso un emozione piacevole.
Il condizionamento rispondente prevarica in quella che è la sfera emozionale, affettiva. In senso positivo e negativo.
Pensate ad esempio alla vostra reazione quando qualcuno vi dice: “stupido”. Pensate a tutto ciò che vi possa creare piacere o dispiacere, ebbene queste reazioni sono state apprese tramite il condizionamento rispondente.
Anche la carenza di autostima, anche per Letizia, c’è un atteggiamento appreso, non innato, non volontario, derivante da un condizionamento rispondente, ovvero: una forma pensiero appresa.
SEGUE…
Argomento estremamente interessante! Un effetto di questo è che nella comunicazione fra due individui, un atteggiamento o una frase che vengono associate ad una forte emozione a causa di una FP creata in un passato spesso dimenticato, rende praticamente impossibile comprendere il senso che desiderava trasmettere il comunicatore, ma tutto viene interpretato in funzione dei propri condizionamenti. Ho potuto anche constatare che spesso la reazione indotta da uno stimolo associato ad una FPN, che possiamo paragonare ad una ferita del passato, determina una reazione che a sua volta richiama una FPN in colui che ha prodotto il primo stimolo. Come risultato, ciascuno dei due si concentra su se stesso, sulla propria emozione, e fino a che non intuisce il meccanismo, ovvero che ognuno contiene in sé il proprio dolore, è completamente incapace di comprendere l’altro e di uscire dal circolo vizioso di fraintendimenti che può portare perfino alla rottura di una relazione.
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Caro Giovanni,
grazie mille per questo tuo splendido commento che ha anticipato l’articolo che seguirá alla definizione e catalogazione delle FP e il confronto con la teoria dell’apprendimento comportamentista.
Ti abbraccio forte. Con stima, SGZ
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Un abbraccio grande a te Sonia, e grazie per i tuoi bellissimi articoli!
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